Il XV della decade

15 atleti che hanno segnato le sorti del rugby mondiale negli ultimi 10 anni.

Con il decennio che si chiude è partita la girandola dei “best XV” stilati un po’ da tutti gli addetti ai lavori del rugby scritto e parlato. Complici le vacanze natalizie e il relativo tempo libero, ci siamo buttati anche noi su una ipotetica squadra dei sogni.

La domanda è: il team schiera i giocatori preferiti? I giocatori migliori? O quelli più spettacolari?

Nel tentativo di coniugare tutte e tre le categorie, ecco qui il XV di Ohvale (con tanto di seconda opzione per ogni ruolo).

1 Tendai Mtawarira. In oltre dieci anni di rugby internazionale e 117 caps ha sempre confermato la sua supremazia senza cedere agli anni che passavano, anzi coronando una carriera fantastica con l’alloro mondiale del 2019. The Beast. Sempre. Nomination: Cian Healy

2 Agustin Creevy. Leader della novelle vague argentina, tallonatore moderno e fastidioso da trovare in giro per il campo. La vecchia scuola della bajadita non imbroglia mai.  Nomination: Dan Coles

3 Davit Zirakshvili. Fiero rappresentante della forza bruta georgiana. Ha fatto le fortune del suo club (è a Clermont da 15 anni) e con i Lelos si è tolto lo sfizio di spaventare più di un sancta sanctorum della prima linea. Nomination: Rabah Slimani

4 Brodie Retallick. Un concentrato di skills, carisma e consistenza. Il prototipo assoluto della seconda linea 2.0 da almeno 7 anni. Nomination: Leone Nakarawa

5 Paul O’Connell. Solo a guardarlo ti mette paura. Se Retallick è il modello della seconda linea moderna, O’Connell rappresenta l’uomo di mischia intramontabile. Capitano e timoniere dalle grandissime doti agonistiche. Nomination: Eben Etzebeth

6 Thierry Dusautoir. Si conquistò la maglia da titolare dei blues facendo 38 placcaggi contro gli All Blacks. Lavoratore silenzioso e placcatore seriale. Il migliore di una intera generazione. Nomination: David Pocock

7 Sean O’Brien. Ci perdoni Sir Richie McCaw. L’esplosività del flanker dubliner unita alla capacità di squarciare le difese con cariche frontali rimane un idillio per i nostri occhi. Nomination: Richie McCaw

8 Billy Vunipola. Nel XV dei sogni il numero 8 è un autotreno che semina il panico a colpi di frontini e sportellate. Insomma è Billy Vunipola negli ultimi 5 anni. Nomination: Sergio Parisse

9 Will Genia. Quando il motore ha girato al massimo, era di una cilindrata decisamente superiore alla media per velocità, precisione e personalità. A suo modo ha segnato un lungo segmento del rugby mondiale. Nomination: Conor Murray

10 Dan Carter. Nato e cresciuto con le stimmate del fenomeno. La sua classe non è mai stata oggetto di discussione. Al 70′ minuto della finale di RWC 2015 ha simbolicamente suggellato il suo status di apertura più forte del decennio. Nomination: Jonny Sexton

11 Aurelien Rougerie. Un tributo alla carriera, alla potenza, alla velocità alla puissance e alla fedeltà. Il suo impatto sulla RWC 2011 è il certificato di qualità per un giocatore fortissimo anche sulla linea dei centri. Nomination: Drew Mitchell

12 Luke McCallister. Le poche presenze in maglia All Blacks non possono far dimenticare le sue gesta in giro per il mondo. Una bomba a mano di muscoli e delicatezza. Fine realizzatore al piede, tremendo guastatore palla in mano. Nomination: Manu Tuilagi

13 Jonathan Davies. Un altro prototipo di come dovrebbe essere un numero 13 di livello mondiale. Irrinunciabile. Nomination: Conrad Smith

14 George North. Quando il talento motorio e il rugby si uniscono, allora viene fuori George North. A soli 27 anni ha già costruito un palmares individuale di altissima caratura. Nomination: Bryan Habana

15 Stuart Hogg. Incarna al meglio colui che ha assimilato i dettami tecnici di una nazionale che si voleva riprendere la scena a colpi di rugby offensivo. La sua crescita è anche quella di un intero movimento. Nomination: Willie Le Roux