Il rugby del futuro: Italia under 23

Nelle scorse settimane il sito specializzato Rugbypass ha lanciato una serie di articoli intitolata The Future of Rugby, dove provavano a immaginare un XV dei migliori giocatori under 23 delle otto principali nazionali di Ovalia. Una collezione molto interessante, che però purtroppo lasciava fuori il nostro movimento. Quindi ci siamo detti: perché non raccogliere la sfida e ad una Italia under 23 provare a pensarci noi di Ohvale?

Eccoci qui, allora. Abbiamo raccolto il nostro XV preferito di soli italiani under 23, attenendoci alla stessa regola impostata da chi il giochino se l’è inventato: valgono i giocatori nati dopo il 1/5/1996. Per ogni posizione, oltre al detentore della maglia, abbiamo voluto indicare anche qualche altro nome interessante.

15 – Matteo Minozzi

Il ruolo di estremo è uno di quelli in cui l’Italia del futuro può ritenersi sufficientemente tranquilla. Matteo Minozzi di fatto è già il miglior giocatore della nazionale. Compirà 24 anni il prossimo giugno, quindi rientra solo per qualche settimana in questa lista speciale di under 23. L’estremo dei Wasps ha già ottenuto 17 caps in nazionale e ha partecipato a un mondiale. Se la salute lo sorregge, potrebbero essere tante le presenze da titolare che accumulerà nei prossimi anni. La concorrenza che però potrebbe avere da talentuosi giocatori più giovani come il classe ’98 Michelangelo Biondelli, reduce dalla sua prima stagione alle Zebre, e da Jacopo Trulla, 20 anni da compiere e una stagione da professionista a Calvisano non possono che far bene e aiutare ad alzare il livello complessivo, senza dimenticare che si tratta di tutti atleti, Minozzi compreso, che possono disimpegnarsi anche in altri ruoli. Una citazione anche per il giovane utility back del Grenoble Ange Capuozzo, la cui discendenza italiana gli ha portato in dote la maglia della nostra nazionale giovanile. Classe ’99, l’italo-francese ha disputato 11 gare da titolare nell’ultimo ProD2, segnando una meta.

14 – Pierre Bruno

La ricchezza delle risorse ad estremo potrebbe riflettersi in uno spostamento di qualche profilo nel ruolo di ala, a dir la verità un po’ carente di quantità e di qualità nel prossimo futuro. Se così non fosse, il giocatore di maggior caratura in questo momento fra gli under 23 sembra essere Pierre Bruno, 24 anni a giugno e appena reduce dalla sua prima, parziale stagione in Pro14 con le Zebre. Dopo tre stagioni in doppia cifra di mete segnate nel massimo campionato italiano, il veloce trequarti ne ha segnate 3 in 11 gare con la franchigia ducale. Ottimo attaccante e finalizzatore, Bruno deve crescere molto sotto il profilo difensivo. Nel Sei Nazioni di quest’anno si è distinto il classe 2000 Cristian Lai, attualmente in forza all’Accademia Nazionale.

13 – Federico Mori

C’è molto hype intorno al futuro di Federico Mori, nazionale under 20 con all’attivo 86 minuti totali di Pro14 e una bella meta in maglia Zebre che ne ha messo in luce tutte le doti: una velocità fuori dal comune abbinata ad un fisico massiccio. La qualità dell’atleta di per sé raggiunge livelli rari per il rugby italiano, ma ciò non toglie che il giovane centro del Calvisano debba crescere ancora sotto l’aspetto tecnico. Per questo, un salto definitivo nella lega celtica sarebbe auspicabile, magari come permit player all’ingiù, sempre aggregato agli allenamenti della franchigia, ma di ritorno al club per il fine settimana se non utilizzato. Matteo Moscardi perde la competizione per la maglia numero 13 di questa speciale formazione solo per colpa dell’infortunio che lo ha tenuto fermo a lungo: è un giocatore atleticamente meno impressionante del coetaneo toscano, ma che possiede numeri davvero importanti dal punto di vista tecnico. Nota di merito per Giovanni Scagnolari, classe ’99 del Mogliano, da due stagioni titolare fisso in Top12, con 6 mete nella sua prima vera stagione da professionista.


Con Maurizio Zaffiri, una riflessione sul percorso del rugby giovanile: il modo in cui stiamo cercando di creare gli Azzurri del futuro

12 – Marco Zanon

Non sono molti i giovani di prospettiva nel ruolo di centro, in particolare fra coloro che usualmente vestono la maglia numero 12. Nella sua unica presenza da titolare con la nazionale maggiore, a dirla tutta, Marco Zanon ha vestito la 13, offrendo una prestazione sfortunata quanto incoraggiante contro la Francia nell’incontro malamente perso alla fine del Sei Nazioni 2019, anche a causa di un suo errore. Ciò non mette in dubbio che però che il 22enne veneto sia un profilo di sicuro talento, che già si è affermato come uno dei migliori nel suo ruolo con il Benetton. E promette un’ulteriore crescita nel prossimo futuro. Damiano Mazza, suo successore in under 20, ha giocato 16 partite con il Calvisano in questa stagione, un risultato non banale per un classe 1999. Ha destato grande interesse anche Giulio Bertaccini: il centro del 2000 del Valorugby ha giocato 8 delle 12 partite disputate dal suo club in Top12, segnando 3 mete. Inoltre, è stato fra i migliori nelle gare disputate dalla nazionale under 20 al Sei Nazioni di categoria. Un giocatore multisfaccettato con capacità di playmaking che lo rendono il giovane più interessante a medio termine nel ruolo.

11 – Massimo Cioffi

Cioffi è uno di quei giocatori forti ma non eccezionali a livello under 20, con tutte le carte in regola per diventare un ottimo giocatore, ma sul quale si potrà misurare con efficacia quanto il modello di sviluppo dei giocatori dopo l’uscita dalla filiera delle accademie stia funzionando. Con un percorso di crescita adeguata, un giocatore come Cioffi, originariamente estremo ma poi impiegato soprattutto all’ala ed occasionalmente centro a Rovigo, dovrebbe essere pronto al salto in Pro14 e alla definitiva maturazione nel giro di un paio di stagioni. Rapido, fisico compatto, discreto piede, Cioffi ha segnato 5 mete in 9 presenze in questa stagione, 13 in 22 l’anno scorso. Fra i più giovani il giocatore più interessante sembra Michael Mba, classe 2000 attualmente in forza alle Fiamme Oro, dove però a fino ad adesso trovato poco spazio.

10 – Paolo Garbisi

Il giovanissimo capitano della nazionale under 20 Garbisi batte in volata l’altrettanto intrigante Antonio Rizzi per la maglia numero 10 di questa speciale formazione. Se è vero che Rizzi, in virtù delle sue due stagioni al Benetton, è attualmente il giocatore migliore dei due, i talenti del classe 2000 in forza al Petrarca nell’ultimo anno lo rendono un prospetto più completo. Garbisi forse è un giocatore più prevedibile, meno fantasioso e guizzante, ma è ordinato e preciso nelle letture, rapido nella trasmissione e potente al piede, qualità che fa sempre comodo. E’ ben strutturato fisicamente, anche se deve ancora migliorare nella gestione della pressione, mentre Rizzi ha dimostrato di essere cresciuto dal punto di vista della capacità di aggredire la partita. Garbisi è destinato a sostituire proprio l’antagonista, destinato alle Zebre, in quel di Treviso.

9 – Matteo Panunzi

Scelta un po’ provocatoria quella del numero 9 del Valorugby, 44 presenze e 8 mete in Top12 nelle sue tre stagioni al vertice della rugby domestico. Nel 2016, a soli 19 anni, 13 minuti dell’allora Pro12 con le Zebre, poi più niente. Eppure il rosso romano in forza alla squadra di Reggio Emilia è uno dei segreti di Pulcinella dell’ottimo andamento della squadra di Manghi nelle ultime due stagioni. Un mediano di mischia talentuoso che stiamo lasciando indietro senza una precisa motivazione. Forse una è quella che non possiede le stesse qualità al passaggio di Nicolò Casilio, il 1998 in forza al Calvisano diretto alla promozione verso le Zebre. Distributore preciso, metronomo instancabile, è uno degli altri giovani prospetti italiani nel ruolo. Spot dove comunque manca un vero, conclamato profilo di grande qualità: attendiamo allora la crescita di Stephen Varney in quel di Gloucester per sperare nel nuovo mediano di mischia della Nazionale.


Qualche settimana fa abbiamo chiacchierato con Edoardo Gori del più e del meno: della sua nuova vita in Francia, della sua carriera, di qualche aneddoto simpatico e, anche, di qualche giovane numero 9

8  – Giovanni Licata

Del terza linea siciliano abbiamo parlato a lungo nella puntata di Quindici dedicata ai numeri 8. La parabola del classe ’97 dal suo esordio in nazionale nel 2017 è stata meno esplosiva di quanto ci si attendeva da un giovane del suo talento, ma dopo una stagione, quella 2018/2019, inframezzata da infortuni, acciacchi e un generale periodo di scarsa forma, Licata si è fatto trovare pronto all’appuntamento ed è stato stabilmente fra i migliori delle Zebre di quest’anno, fino all’interruzione dei campionati. Si è messo anche in mostra entrando dalla panchina per tre volte al Sei Nazioni, con qualche giocata che ne ha dimostrato le doti tecniche e la capacità nell’offload. Licata potrebbe anche essere spostato a numero 6 con gli Azzurri per trovare un po’ più di spazio in un reparto al momento affollato, ma come alternativa a Braam Steyn sembra il più adatto a calzare le scarpe del terza centro. Dietro di lui, però, mancano alternative della medesima qualità: il classe 2001 Lorenzo Cannone sembra il più talentuoso dei giovani numeri 8 italiani, ma il suo percorso verso il successo è ancora lungo.

7 – Michele Lamaro

Sebastian Negri e Jake Polledri sono due ottimi giocatori, entrambi con una lunga carriera ancora davanti, ma non possono dormire sonni tranquilli se un giovane con le qualità di Michele Lamaro è pronto a prendersi ciò che gli spetta. In generale, la terza linea è uno dei ruoli dove il movimento italiano sta riuscendo a produrre giocatori di prospettiva con maggior continuità. Lamaro ha bruciato le tappe finora, ed è atteso, quando tutto questo sarà finito, a una ulteriore riconferma in maglia Benetton, ma il talento tecnico, fisico e mentale è ben presente. Dietro di lui, un altro ex capitano della nazionale under 20 cresce a Rovigo: è Davide Ruggeri, giocatore per certi versi simile a Lamaro sia in campo che per il percorso che lo ha portato già in orbita Zebre, con le quali ha esordito nel 2018 a soli 19 anni.

6 – Jacopo Bianchi

“Stasera, per me, è stato semplicemente fantastico. Penso che debba stare con le Zebre con maggior continuità possibile, perché un ragazzo con queste qualità dovrebbe giocare sempre al livello più alto possibile” disse Michael Bradley alla fine di ottobre 2018, dopo l’esordio dell’aretino Bianchi con la franchigia federale. Nelle ultime due stagioni il terza linea ha disputato un totale di 11 presenze in Pro14, mentre ha speso la maggior parte del tempo in Top12, sponda Fiamme Oro, dove milita da tre anni. Avremmo voluto effettivamente vederlo di più e subito, il giocatore del 1998, con la maglia zebrata: forse un suo coinvolgimento definitivo già da questa stagione sarebbe stato auspicabile. Il 21enne dovrebbe comunque essere aggregato al 100% alle Zebre dalla prossima stagione. Ardore e fisico le sue caratteristiche principali, un po’ come quelle di Nardo Casolari, pedina importante del Calvisano nelle ultime due stagioni. Un anno più vecchio di Bianchi, Casolari ha rischiato senza mezzi termini di morire dopo un malore dovuto a una malattia congenita, nel 2017. Tornato dopo 13 mesi di assenza alla palla ovale, è un profilo forse non elitario, ma che merita di essere tenuto d’occhio.

5 – Niccolò Cannone

Il fiorentino Cannone, esordiente al Sei Nazioni 2020, è l’unica seconda linea under 23 del gruppo scelto da Franco Smith in questa sua prima uscita da CT Azzurro. Affermatosi nel Petrarca dopo l’esperienza in Accademia, si è affinato al Benetton nel corso delle ultime due stagioni. Anche se ancora migliorabile dal punto di vista tecnico, il seconda linea porta in dote atletismo, fisicità e combattimento che sono stati un toccasana per un reparto a volte deficitario sul palcoscenico internazionale. La seconda linea è però uno dei ruoli più deficitari a livello di qualità. Samuele Ortis è uno dei pochi giovani nel ruolo ad essere arrivato a livello di Pro14, ma deve ancora dimostrare di poter crescere. Il giovanissimo Riccardo Favretto ha la stazza per arrivare in alto: a soli 18 anni ha già esordito con Mogliano in Top12 ed ha affrontato la scorsa pre-season con il Benetton.

4 – Leonard Krumov

Con un nome da cattivo di un film con Bruce Willis e tre stagioni alle Zebre dietro le spalle, Leonard Krumov dovrebbe avere ormai le carte in regola per passare al prossimo livello, anche se, a dire il vero, la sua declinante presenza all’interno delle formazioni della franchigia federale non depone a suo favore. Arrivato a Parma nel 2017 dopo una grande stagione con il Viadana, Krumov ha dimostrato di essere una valida risorsa in rimessa laterale e nello sbrigare il lavoro sporco in giro per il campo. Se il classe ’96 non dovesse riuscire ad affermarsi, non sono poi molte le alternative di sicuro avvenire alle sue spalle. Matteo Canali, imponente 21enne del Rovigo, ricostruirebbe la coppia della under 20 con Cannone. Edoardo Iachizzi, altro 1998, continua a battagliare a Perpignan per ottenere minutaggio. Alessandro Izekor, classe 2000 di Calvisano cresciuto al di fuori del percorso federale, potrebbe essere la wild card del lotto.

3 – Marco Riccioni

La qualità a pilone destro non manca per la nazionale italiana. L’ex capitano della under 20 Marco Riccioni è un pilone di comprovata qualità i cui 22 anni testimoniano solo quali siano ancora i suoi margini di miglioramento. Se lavorerà sulla tenuta fisica, sarà il titolare indiscusso della maglia numero 3. Casacca che però quest’anno ha vestito Giosué Zilocchi che, messa da parte la dura lezione impartitagli dalla Scozia all’Olimpico, ha dimostrato di essere un altro giovane dal grande potenziale, un ball carrier importante dal grande potenziale fisico. Dietro i due classe ’97, crescone Matteo Nocera, di due anni più giovane, altro pilone destro fisicamente imponente. Due presenze con le Zebre per lui, che milita in Top12 nelle Fiamme Oro.


Adorabili crossover

2 – Marco Manfredi

Se non fosse stato per un infortunio al menisco patito nelle prime settimane dell’anno, Marco Manfredi sarebbe stato a disposizione di Franco Smith per il Sei Nazioni, pronto a esordire in maglia azzurra a 22 anni. Il tallonatore cresciuto nel Montpellier, passato da Calvisano e poi approdato alle Zebre ha dimostrato quest’anno di essere un prodotto fatto e finito per confrontarsi con il livello del Pro14, scavalcando immediatamente nelle gerarchie diversi altri nomi in quel di Parma. Consistente al lancio, mentalmente forte, esigente con sé stesso, potente e dinamico in campo, Manfredi ha tutto per vestire l’Azzurro il prima possibile. Fra i più giovani attenzione a Matteo Luccardi, suo erede a Calvisano, e a Gianmarco Lucchesi, classe 2000 protagonista di un ottimo Sei Nazioni under 20 e già in orbita celtica.

1 – Danilo Fischetti

Con 12 presenze da titolare alla sua prima stagione completa alle Zebre, Danilo Fischetti è riuscito a guadagnarsi una maglia della nazionale e a giocare per la prima volta al Sei Nazioni, davanti al pubblico dell’Olimpico, lui romano di provincia trapiantato nel Nord Italia per ragioni ovali. Nato nel ’98, Fischetti ha le carte in regola per comporre una prima linea di talento con gli ex colleghi di under 20. Un pilone mobile, che ha voglia di rendersi protagonista con il pallone in mano e che lo sa trattare con un certo riguardo. Alle sue spalle, stagione di grande miglioramento alle Zebre per Daniele Rimpelli.