Una partenza difficile

Gli infortuni, la pandemia, il Giappone: cronaca di un weekend vorticoso

“Spaccali tutti, ragazzo” gracchia Alun Wyn Jones all’indirizzo di Courtney Lawes, mentre l’orologio supera per l’ottava volta la stanghetta lunga dei sessanta secondi e calano le tenebre sul suo quarto tour dei British & Irish Lions, quello che avrebbe dovuto affrontare da capitano.

Una sorta di maledizione, quella fascia: da Brian O’Driscoll frantumato dopo pochi secondi dall’inizio del primo test nel 2005 a Sam Warburton, infortunato a metà della serie in Australia nel 2013 e all’inizio di quella in Nuova Zelanda nel 2017, gli ultimi ad averla indossata non ne sono usciti quasi mai incolumi.

Quattordici minuti dopo la caduta del monumento, un’altra sagoma si avvia a testa bassa negli spogliatoi, già consapevole che non saranno buone le notizie che dovrà affrontare in infermeria: anche Justin Tipuric deve lasciare i Lions prima dell’inizio del tour in Sudafrica.

Dopo queste due brutte notizie, che gettano un’ombra sulla tutto sommato convincente prestazione contro il Giappone di sabato scorso (28-10 il risultato a Murrayfield), ne arriva una terza dopo un grappolo di ore: in Sudafrica il governo ha ripristinato un lockdown piuttosto stretto, la situazione sanitaria è piuttosto grave e tra gli Springboks sono stati individuati tre giocatori positivi al coronavirus.

Una sorta di vortice ha inghiottito il tour nel fine settimana, anche se nonostante tutto si va avanti. E allora facciamolo anche noi: occupiamoci intanto di quello che è accaduto finora.

Leggi anche: STORIE DI LEONI: 1888

La partita contro il Giappone

Il match di sabato scorso fra Lions e Giappone ha mostrato una selezione in rosso in fase ancora di costruzione, ma con una buona base dalla quale partire.

Gli uomini di Warren Gatland hanno messo al sicuro il risultato nella prima parte dell’incontro, giocando in maniera convincente, ma con il passare del tempo sono sembrati sedersi e consentire agli avversari di rientrare parzialmente in partita. Se non fosse stato per il troppo zelo del portaborracce giapponese e per il puntiglioso Pascal Gauzere, che ha sostanzialmente costretto i nipponici a piazzare fra i pali un paio di punizioni perché era già entrato in campo il tee, l’ammontare di punti guadagnati dagli ospiti avrebbe potuto essere maggiore.

L’attacco dei Lions si è rivelato, come da attese, strutturato con gli avanti disposti su un 1-3-2-2 piuttosto fluido, con Jack Conan e Taulupe Faletau entrambi spesso a lavorare sui lati del campo. La fase offensiva prevede un massiccio utilizzo di palloni off 9, con il mediano di mischia investito di grosse responsabilità di playmaking.

In generale, sia che si passasse dalla mani di Conor Murray che da quelle di Dan Biggar, i pod di avanti dei Lions hanno sempre teso il più possibile a generare incertezza, presentando tutti i componenti come possibili ricevitori del pallone.

L’impronta di Gregor Townsend si è vista soprattutto nell’architettura delle prime fasi di gioco da un lancio in rimessa laterale e dalle conseguenti evoluzioni, con un accento da porre sull’esigenza di lavorare tanto senza il pallone per essere sempre pronti a tornare ad attaccare il lato chiuso, come accaduto in occasione della meta di Josh Adams.


Nella parte finale della clip si può notare il lavoro di Bundee Aki e Josh Adams nel tornare dalla parte chiusa. Sarà poi da lì che verrà segnata la meta poco dopo

La marcatura segnata da Duhan van der Merwe ha invece messo in luce la grande capacità del sudafricano di seguire il gioco per trovare il momento giusto nel quale rendersi protagonista.


L’azione inizia con un break di van der Merwe sulla sinistra. L’ala della Scozia poi si riposiziona rapidamente per essere una opzione interna a Biggar nelle due fasi successive e arrivare a giocare infine il pallone sull’out opposto a quello di competenza

Il suo debutto in maglia Lions è stato positivo, anche se ha sottolineato alcuni difetti di posizionamento difensivo in un sistema che pone l’accento sull’occupazione dello spazio abbinata a una salita rapida. Più di una volta van der Merwe è rimasto troppo stretto, confidando nei propri mezzi per recuperare il diretto avversario all’esterno.

Gli Springboks non sono così bravi come il Giappone a far volare il pallone da una parte all’altra del campo, ma hanno talenti ancor più minacciosi di Kotaro Matsushima all’esterno.

Scopri Micetti, la newsletter in italiano sui British & Irish Lions in uscita ogni sabato. Clicca qui

Il nuovo capitano e i due nuovi innesti

Conor Murray è il nuovo capitano dei British & Irish Lions.

Una scelta coraggiosa da parte dello staff tecnico, quella di affidare la fascia al numero 9 dell’Irlanda. Murray è certamente un leader delle squadre in cui gioca, Munster e Irlanda, ma nella sua carriera è stato capitano per un sola volta in una tutto sommato poco significativa partita di campionato contro gli Ospreys.

L’esperienza nel gestire alcune situazioni in campo è cruciale in questi casi: pensate per un esempio piuttosto calzante a Sam Warburton che, in qualche modo, riesce a convincere Romain Poite a non fischiare la punizione contro Ken Owens in quell’ultimo possesso di Lions-All Blacks nel terzo test del 2017.

Murray è stato preferito come leader a Maro Itoje, Owen Farrell, Stuart Hogg. Forse, nonostante tutto, tra questi è l’unico giocatore davvero certo di essere la prima scelta nel proprio ruolo e questo aspetto potrebbe essere stato decisivo nelle scelte di Warren Gatland e compagnia.

Al posto di Alun Wyn Jones e Justin Tipuric sono stati convocati altri due giocatori gallesi: Adam Beard e Josh Navidi.

Il primo nome può sorprendere i più. Beard, 25enne degli Ospreys, è un ottimo seconda linea, ma è stato preferito a due giocatori del calibro di James Ryan e Johnny Gray.

Tuttavia Beard è un giocatore che appartiene, più di Gray (Ryan è infortunato, si è poi saputo), a quel novero di seconde linee atletiche, capaci di muoversi in giro per il campo e che hanno una sensibilità manuale piuttosto sviluppata anche quando gli spazi si allargano. Insomma, il gallese è stato scelto sulla scia delle selezioni operate in precedenza.

Navidi invece è piuttosto diverso da Tipuric, ma in comune ha la duttilità di poter giocare con profitto anche nelle zone laterali del campo con grande competenza. Se il flanker dei Cardiff Blues si mantiene fisicamente integro, uno dei più grossi what if della sua carriera, potrebbe essere anche una wild card inaspettata per un posto in squadra contro gli Springboks.

Proprio la questione dell’integrità fisica diventa ora centrale. Warren Gatland ha a disposizione tutti e 37 gli attuali convocati, senza acciaccati né costretti ad allenamento differenziato, adesso che la squadra è volata da Edimburgo a Johannesburg. Tuttavia la durissima serie di partite che li aspettano rischiano di fiaccare i ranghi già non particolarmente profondi della squadra: 5 partite in 14 giorni contro le franchigie del Super Rugby e la nazionale A sono un impegno massacrante che sul fronte infortuni potrebbe richiedere il suo prezzo.

Cosa portare a casa

Nessun giocatore ha avuto un brutto debutto. C’è chi ha figurato meglio e chi meno, ma in generale tutti coloro che sono stati in campo hanno prodotto una prestazione positiva.

A incrementare maggiormente le proprie quotazioni sono stati: Tadhg Beirne, autore di una prova non scevra di errori ma veramente in palla, dove ha potuto mostrare tutto il proprio infinito skillset; Bundee Aki, chiamato a rappresentare le ultime reminiscenze di quello che veniva una volta chiamato Warrenball, come nel caso della clamorosa carica nei 22 avversari dopo una rimessa laterale; Josh Adams, un giocatore semplicemente senza errori, dalle grandi doti ma dal talento naturale forse appena sotto quello di alcuni compagni, che però diventa difficilmente sostituibile in un gioco dove essere sempre precisi, perfetti, concentrati è essenziale.

Sabato 3 luglio i Lions giocheranno contro i Lions, quelli sudafricani. Gatland ha già annunciato che userà le prime tre partite, compresa anche quella del 26 giugno, per dare una possibilità a tutti i profili della rosa, quindi aspettiamoci già qualche cambiamento nell’interpretazione di quello che comunque si è già potuto identificare come il canovaccio principale dei British & Irish Lions del 2021.