La musica sta cambiando

La settimana che segna la svolta del tour

Alzare il volume della radio. Una frase ormai classica delle cronache sportive, mutuata, a naso, dal racconto del basket americano, per gli scenari da strada fine anni Novanta che evoca.

Un immaginario lontano dal rugby professionistico, eppure inequivocabilmente azzeccata per descrivere quello che sta accadendo al tour dei British & Irish Lions.

Sabato scorso ci eravamo lasciati in procinto di assistere ad una gara messa in piedi in maniera improvvisata per riparare alle problematiche pandemiche che hanno travolto tutti i protagonisti nel corso della settimana passata. Ci ritroviamo all’inizio della seguente con un clima profondamente diverso: i Lions hanno battuto gli Sharks, di nuovo, e lo hanno fatto pesantemente, di nuovo, ma quello che è accaduto negli 80 minuti ha fatto capire come i sudafricani abbiano intenzione di alzare il volume della radio, per l’appunto.

E poi lunedì arriva l’annuncio della formazione del Sudafrica A per la partita di mercoledì 14 contro la selezione britannica: a metà della settimana ci attende un vero e proprio quarto test della serie.

Come sono cambiati gli Sharks in tre giorni

Mercoledì 7 gli Sharks erano stati battuti dai British & Irish Lions con un netto 54-7, mostrando una netta superiorità e soprattutto ponendo degli interrogativi sulla qualità delle franchigie sudafricane.

Sabato 10 gli Sharks sono stati battuti dai Lions con un netto 71-31, ma la musica è stata completamente diversa. Basti sottolineare, a dimostrazione di questo, che nel primo tempo si è andati al riposo sul 26 pari, con la squadra di Durban capace di segnare quattro mete agli uomini di Gatland e di condurre per buona parte della prima frazione di gioco.

Protagonista sotto ogni punto di vista è stato il numero 9 Jaden Hendrikse, uno dei migliori in campo fino al quarantacinquesimo minuto, quando in maniera un po’ stupida ha scelto di farsi mandare sotto la doccia da Wayne Barnes per una gomitata alla nuca di Liam Williams.


Hendrikse sembra non rendersi conto del fatto che Liam Williams è notoriamente fatto di adamantio

Il cartellino rosso sancisce fondamentalmente la conclusione della partita, anche se gli Sharks avranno la forza di segnare la quinta meta grazie a un calcio stoppato nei 22 metri avversari poco dopo. Dal 54′ in poi i Lions faranno registrare una parziale di 33-0, ben oltre un punto al minuto.

I primi 45 minuti sono la parte dell’incontro su cui ha senso concentrarsi: la prima volta che questi Lions sono andati in difficoltà in questo tour. Come è successo?

Rispetto alla partita del mercoledì, gli Sharks hanno rispolverato l’argenteria e messo in campo una squadra più competitiva: Dylan Richardson e Mpilo Gumede hanno raggiunto capitan Buthelezi in terza linea ed hanno dimostrato tutto il proprio talento, come avevamo previsto nell’ultima edizione di Micetti, mentre nel reparto arretrato l’ingresso delle frecce Anthony Volmink e Thaakir Abrahams ha consentito ai sudafricani di rendersi pronti a sfruttare in maniera letale ogni errore dei propri avversari.

La franchigia sudafricana ha preparato la partita molto meglio, consapevole di dover dare un segno dopo la bastonata di tre giorni prima e, come abbiamo detto fin dall’inizio, ha alzato il volume della radio: sono cambiati gli impatti e la lotta nell’area del placcaggio, mentre la linea difensiva ha avuto un atteggiamento completamente diverso, salendo in maniera molto aggressiva e aggredendo i ricevitori dei passaggi avversari.

Quattro delle cinque mete subite dai British & Irish Lions sono arrivate tutte di rimessa: la prima su un pallone recuperato dopo un banale errore gestuale di Elliot Daly, comunque uno dei migliori dei suoi; la seconda è stata l’unica costruita da una bella manovra e chiusa da un sapiente grubber di Cronjé per Abrahams; Jaden Hendrikse si è reso protagonista di un bell’intercetto ai danni di un Gareth Davies a dir poco opaco per segnare la terza; per la quarta ancora un pallone buttato sul prato da Biggar è stato preda di Abrahams e Volmink; la quinta, come detto, frutto di un calcio dalla base di Murray respinto da Reniel e trasformato in 5 punti da Werner Kok.


C’è stata grande e giustificata ironia sui social per il commento ‘Kok is in’ del telecronista. Se non l’avete capita, ve la spieghiamo quando siete grandi

La buona notizia per i Lions è nella capacità di aver sempre saputo immediatamente rispondere allo svantaggio, riportandosi immediatamente in parità ad ogni meta subita. Tuttavia gli errori commessi e la sofferenza in attacco fanno riflettere, e hanno portato la squadra a ricollegarsi ad un gioco più diretto, come nell’occasione della marcatura di Tadhg Beirne, arrivata dopo una serie di pick and go incominciati dalla linea dei 22 metri avversaria.

In realtà, c’è più di che essere contenti che preoccupati in casa British & Irish Lions: le imprecisioni sono arrivate anche a causa di un certo gap attitudinale fra le due formazioni. Gli uomini in rosso arrivavano senza nulla da chiedere a questa partita e con alle spalle solamente un lungo red carpet, i sudafricani dovevano dimostrare di essere qualcosa di più di sparring partners di seconda categoria.

Il positivo è nella capacità di reagire della squadra, di riuscire a trovare il tasto di accensione dei motori e non farsi prendere dal panico. Anche se sarebbe stato bello vederli uscire dalle sabbie mobili con gli Sharks in parità numerica.

C’è un’osservazione finale da fare: le regole di questo sport sono cambiate. Più di quelle del manuale, sono cambiate le norme d’ingaggio. Una volta la direzione arbitrale avrebbe chiuso più di un occhio sul brutto gesto di Hendrikse. Anzi, le squadre delle province avrebbero marciato proprio su questa sorta di connivenza arbitrale per ammorbidire anime e corpi degli avversari.

Non importa tornare molto indietro per fare degli esempi: basta tornare a 12 anni fa, quando agli Springboks fu consentita un’intimidazione fisica degli avversari oltre il limite del consentito, come ricorda il nostro pezzo sul testosterone di Heinrich Brussow nel momento in cui provò a testare le qualità di Martyn Williams come palla da basket.

Una sponda su cui gli ospitanti non potranno più contare.

Si fa sul serio

Basta uno sguardo al XV preparato da Jacques Nienaber e da Rassie Erasmus per la gara di mercoledì 14 luglio per capire che la sfida fra Sudafrica A e British & Irish Lions è una sorta di quarto test.

Chissà se l’intenzione dello staff degli Springboks fosse fin dall’inizio quella di mandar fuori una formazione del genere o se i contagi hanno cambiato i piani. Fatto sta che sono 23 nomi da paura quelli che vestiranno il verde della Rainbow Nation a Città del Capo.

Ci si aspetta che dieci dei primi quindici uomini in campo mercoledì siano di nuovo titolari il 24 luglio, data del primo test.

Probabilmente, nonostante sia la squadra ospitante, il Sudafrica è in questo momento la formazione che delle due si vede maggiormente costretta ad adattarsi in corsa. Questa partita sarebbe dovuta essere un palcoscenico per i giocatori ai margini della selezione di casa per convincere definitivamente lo staff a portarli con loro, ma la cancellazione del secondo test contro la Georgia ha costretto lo staff a stravolgere i piani e a mettere in campo Cheslin Kolbe, Faf de Klerk, Damian de Allende, Lukhanyo Am e tutte le altre stelle della formazione sudafricana che non mettono la maglia con l’antilope dalla finale della Coppa del Mondo.


Antilope è una definizione generica: guardate qui per le differenze fra Kudu, Springbok, Impala, Blesbok e Red Hartebeest

Lo testimoniano anche le parole dello stesso Erasmus, che ha annunciato in conferenza stampa la sua intenzione di chiedere un secondo incontro fra Sudafrica A e Lions da disputarsi sabato 17 al posto della partita che gli ospiti hanno in calendario con gli Stormers.

Il director of rugby della federazione sudafricana ne fa primariamente una questione di sicurezza rispetto al contagio, ma non si nasconde quando dice di essere preoccupato per il ritmo partita dei suoi.

Quello che è certo è che dopo una gara come quella contro gli Sharks dello scorso sabato, i Lions si troveranno davvero a fare un brusco salto di livello: mercoledì si gioca un test match, e anche se sono forse gli Springboks ad avere qualcosa in più da perdere, la musica è cambiata. Si fa sul serio.

british and irish lions v sudafrica a