La serie più interessante

Australia e Inghilterra è un intreccio unico nel panorama dell'estate

Il primo test della serie fra Australia e Inghilterra non è stato né il più spettacolare né il più divertente del fine settimana, titoli che la sfida fra Galles e Springboks ha deciso di rapire brutalmente. Eppure il trittico di gare in programma tra Wallabies e tuttibianchi è quello più intrigante da analizzare.

Le due squadre partivano vicine nel ranking mondiale, l’una quinta e l’altra sesta. Alle spalle un interessante excursus: l’Australia non batteva l’Inghilterra dal 3 ottobre 2015, quando una grande prestazione eliminò gli allora padroni di casa dalla Rugby World Cup davanti a un Twickenham gremito in ogni ordine di posti.

Da quando un australiano, rispondente al nome di Eddie Jones, si è seduto nel box degli allenatori dell’Inghilterra, i Wallabies non sono stati più in grado di battere la perfida Albione e, addirittura, gli inglesi si sono permessi di andare a vincere con un netto 3-0 l’ultimo tour nella terra dei canguri, 6 anni fa.

Una premessa già di per sé gustosa che è diventata ancora più interessante dopo la gara vinta dall’Australia a Perth per 30-28, risultato che cela un divario assai più abbondante, viste le due mete concesse a partita ormai chiusa dagli australiani, sfiancati da una gara giocata per 46′ senza un giocatore.

Guai ad adagiarsi sugli allori

Identità ribaltate

C’era una volta l’identità storica di Inghilterra ed Australia. Da una parte gli inventori del gioco, amanti appassionati di un rugby fisico, diretto e costruito sulla potenza di un pacchetto di avanti duro e abrasivo e sull’eccellenza in tutte le situazioni di lotta: mischia ordinata, maul, punto d’incontro. Dall’altra coloro che hanno sposato il rugby con l’ingegneria, scienziati e innovatori, con una scuola da sempre basata su una tecnica individuale di livello superiore.

Nel 2022 questi tratti sono completamente ribaltati. L’Australia di oggi è una squadra brutalmente fisica. Ovviamente ci sono giocatori dalle abilità raffinate, ma i Wallabies hanno costruito un pacchetto temibile, con una mischia ordinata forte (e questa è una notizia, se pensiamo agli ultimi 15 anni) e un ottimo drive basato su quello straordinario dei Brumbies, e una serie di martelli pneumatici come Rob Valetini, Rob Leota e Samu Kerevi, clamorosamente straripante sabato con 15 carries su 21 palloni toccati.


E dalla panchina entra uno così. Pete Samu ha vinto un turnover fondamentale in difesa e segnato la meta che ha chiuso la partita

L’Inghilterra invece sta cambiando, di nuovo.

“Stiamo cercando di giocare in maniera un po’ diversa in attacco, non è ancora un meccanismo oliato, e per questo abbiamo consentito loro di farla franca quando invece avremmo dovuto segnare. A volte abbiamo avuto palloni molto rapidi dal punto d’incontro, ma abbiamo continuato a giocare molto profondi. Lavoreremo duro per migliorare, saremo migliori la prossima settimana” ha detto Eddie Jones dopo il primo test.

In effetti, l’Inghilterra è sembrata aver inserito qualche variabile in più nel suo gioco, in particolare per quanto riguarda i palloni giocati dai pod di avanti, che cercano maggiore imprevedibilità grazie anche a una serie di giocatori atletici e capaci di dare del tu al pallone, con letture intelligenti e tecnica individuale appropriata.


Genge per Stuart, e l’avanzamento è garantito. L’errore di Smith fa capire come ancora le cose siano da oliare, ma l’impianto strategico è di qualità

Questo gli ha permesso di mantenere spesso il ritmo avanzante e di avere palloni rapidi e di qualità, tranne poi essere troppe volte battuti dall’Australia proprio sul punto d’incontro nelle fasi successive. Lì, si è fatta gran parte della partita, il fondamentale motivo per cui l’Inghilterra non è riuscita a concretizzare le occasioni offensive costruite e, in ultima analisi, a vincere.


Una delle occasioni non convertite dall’Inghilterra. Dopo aver giocato sempre dietro la schiena con Smith, Farrell mette Curry nello spazio. Il terza linea forse avrebbe potuto giocare con lo stesso Smith o con Care all’interno, ma sceglie invece un difficile passaggio per Marchant. Una grandissima difesa di Marika Koroibete toglie al 13 la meta in bandierina

Tempo per Eddie

I Wallabies hanno giocato non solo in 14, perdendo Darcy Swain, l’uomo deputato alle chiamate in rimessa laterale, ma hanno dovuto fare a meno di Quade Cooper, l’apertura designata infortunatasi nel riscaldamento, di Tom Banks, vittima di una bruttissima frattura atterrando dopo un contrasto aereo, e Allan Alaalatoa, pilone destro fondamentale in assenza di Taniela Tupou.

Perdere contro una squadra in queste condizioni non è certo ottimale se sei un allenatore duramente criticato per i risultati recenti di una nazionale sempre sull’orlo di una crisi di nervi. E infatti le dure reprimende nei confronti di Eddie Jones non sono tardate ad arrivare.

Forse Squidge Rugby ha un po’ troppa fiducia nella capacità di Jones di rivoltare completamente la frittata e arrivare alla Rugby World Cup con le carte in regola per vincerla, ma è chiaro che la squadra inglese è un cantiere aperto, dove si sta facendo un lavoro di quadratura del cerchio che, una volta completato, potrebbe restituire finalmente un’Inghilterra letale. La RFU dovrà essere solo brava a ingoiare qualche rospo nel frattempo ed avere pazienza, e che non osi toglierci lo spettacolo di vedere se questo gigantesco laboratorio a cielo aperto produrrà in ultima istanza qualcosa.

Intanto la squadra che fino a un anno fa ammorbava le partite utilizzando il gioco al piede sostanzialmente in qualsiasi occasione, stavolta è stata la squadra che ha calciato meno e che ha passato di più il pallone (18 contro 19 calci, 155 contro 111 passaggi).

L’affiancamento di Marcus Smith e Owen Farrell, attorno al quale ruota gran parte della questione, è in via di affinamento. Non è ancora tutto perfetto, ma le cose stanno prendendo forma: spesso il giocatore dei Saracens è il primo playmaker dei due, con Smith che corre dietro la schiena del pod per sfruttare la sua pericolosa, e ormai classica, corsa arcuata.


Poi le cose vanno anche fatte bene, però. Colpo di badile di Jack Nowell a scalpellare un’ottima sequenza iniziata con un grande recupero aereo di Freddie Steward

Quello che deve preoccupare maggiormente l’Inghilterra è il rendimento dei propri avanti, messi sotto in mischia chiusa e in altri, decisivi episodi del match. Ellis Genge ha concesso 3 calci di punizione e la fase ordinata è ancora il suo problema a questo livello; Jonny Hill non è un uomo da solo workrate, se le seconde linee inglese devono fare il lavoro sporco, forse non è l’uomo migliore per la circostanza; la difesa del drive e la contesa aerea su calcio d’inizio devono essere lavori collettivi di livello più alto per sperare di opporsi all’arrembaggio australiano.

Dove va la serie, adesso

Mancano 160′ alla fine della serie e vanno goduti fino in fondo, analizzando gli aggiustamenti di partita in partita.

Sul tavolo di Dave Rennie, head coach dell’Australia, ci sono la squalifica di Swain (se ne saprà di più in settimana) e gli infortuni ai capisaldi della squadra. Le assenze di Quade Cooper e Tom Banks lo costringeranno a ridisegnare la linea arretrata, con un paio di punti di domanda: Jordan Petaia è abbastanza affidabile da renderlo titolare dal primo minuto in una partita che l’Inghilterra vorrà aggredire? Noah Lolesio ha guidato bene la squadra, ma con James O’Connor disponibile sarebbe meglio dargli le chiavi del XV, data la sua esperienza e leadership?

In prima linea, Taniela Tupou deve recuperare. James Slipper ha fatto un’impresa nel performare per un’ora a destra, ruolo dove peraltro è adattato, ma sottoporre il 33enne ad un altro giro del genere sarebbe troppo.

L’Inghilterra è invece la squadra di cui sarà più interessante capire i cambiamenti di approccio. Evidentemente Jones e il suo staff si aspettavano un’Australia molto più aggressiva in difesa in termini di velocità di salita, e hanno impostato una gara giocata soprattutto facendo viaggiare il pallone lungo una linea arretrata profonda. Vedremo se nel secondo episodio della serie a Smith e Farrell sarà chiesto di attaccare di più la linea del vantaggio e di giocare maggiormente con il pod degli avanti.

Sicuramente uno dei punti focali della settimana inglese sarà quello di chiedere di più al pack in termini di fisicità e aggressione in ogni situazione di contatto. Sarà lì che sarà decisamente alzata la posta in gioco e si scopriranno i valori attuali di chi è chiamato a dare risposte, da una parte e dall’altra, confermando o ribaltando il risultato del primo test.

Australia-Inghilterra 2, insomma, è solo una versione più movimentata di 4 Ristoranti.