I migliori dell’ultima giornata delle U20 Summer Series

Visti dal vivo per voi

Il Sudafrica ha vinto le U20 Summer Series senza troppi patemi.

Lo si era già visto nelle giornate precedenti: la squadra dell’emisfero sud aveva un’altra cilindrata rispetto a tutte le altre formazioni che si sono presentate, ha giocato da subito per vincere, ha dominato ogni gara.

Lo stesso è stato in finale contro il Galles, che pure si è mostrato caparbio nel non arrendersi mai, sostenuto da uno sparuto ma rumoroso gruppo di tifosi in tribuna che non hanno esitato a intonare Bread of Heaven.

Già, perché Ohvale c’era a seguire l’ultima giornata del mini-mondiale giovanile a Treviso, sin dal fischio d’inizio di Irlanda-Scozia, passando per una ruvida Francia-Georgia, gioendo per Italia-Inghilterra e infine godendosi lo spettacolo della finale.

Un appuntamento che l’Italia ha potuto ospitare per via delle edizioni cancellate del World Rugby U20 Championship del 2020 e del 2021. L’anno prossimo il mondiale giovanile tornerà. La speranza è che possa questa essere stata una prova generale per una nuova edizione nel nostro Paese.

u20 summer series

Ollie Leatherbarrow
Scozia

Nella sconfitta per 41-24 della Scozia contro l’Irlanda, che condanna i giovani Cardi all’ultimo posto alle U20 Summer Series e alla quattordicesima sconfitta consecutiva (!) il numero 8 è stato l’ancora di una squadra che ha provato a battersi sullo stesso piano dei campioni in carica del Sei Nazioni di categoria, senza però riuscirci.

Presi a schiaffi nella prima parte dell’incontro, gli scozzesi hanno provato a imbastire una reazione d’orgoglio nella ripresa, riuscendoci solo a tratti. Leatherbarrow è stato il protagonista delle numerose difese dentro la propria zona rossa e ha segnato l’ultima meta della partita.

Giocatore dinamico ed esplosivo, il classe 2002 che quest’anno era aggregato alla prima squadra degli Exeter Chiefs ed è cresciuto alla Exeter University pecca un po’ in altezza, il che potrebbe essere un ostacolo per arrivare al livello superiore, dove pressoché ogni terza linea deve essere una possibile opzione in rimessa laterale, ma ha le caratteristiche nel gioco aperto per poter diventare un solido giocatore, soprattutto se dopo la Academy tornerà in patria, in una delle due franchigie scozzesi in URC.

Diarmuid Mangan
Irlanda

Il numero 6 dell’Irlanda è stato il migliore in campo nella netta vittoria dell’Irlanda contro la Scozia, un match dove la terza linea in verde composta da lui, capitan Reuben Crothers e Lorcan McLoughlin ha fatto il bello e il cattivo tempo.

Mangan si è distinto per il proprio interminabile workrate, per la sua qualità nel giocare sui lati del campo così come da protagonista del pod di avanti in mezzo al campo, spesso giocando il pallone per il suo numero 10 Prendergast.

Dopo aver giocato solo una parte del Sei Nazioni, sempre dalla panchina, Mangan è stato promosso titolare per queste Summer Series. Può giocare anche seconda linea, dati i 196 centimetri combinati a 107 chili. Essendo un classe 2003, può ulteriormente costruire il suo fisico, anche se ha dimostrato di trovarsi perfettamente a proprio agio come numero 6. Fa parte della Academy del Leinster.

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Sam Prendergast
Irlanda

Il fratello più giovane di Cian, promettente terza linea del Connacht, e figlio di Mike, coach dei trequarti del Racing 92 in procinto di tornare al Munster nella prossima stagione, è il deus ex machina della nazionale irlandese.

Ha movenze particolari: dà l’impressione di essere compassato, al limite della lentezza, ma come la sua cavalcata contro la Scozia ha dimostrato, sull’allungo è devastante. Non attacca molto la linea, è un vero e proprio regista che ama essere demiurgo del proprio attacco, ma ha raffinatissime caratteristiche tecniche, audacia e dimensioni fisiche interessanti per diventare un giocatore di alto livello.

Prendergast è del 2003, farà parte della Academy del Leinster e ha giocato finora nel Lansdowne RFC, una delle cantere della franchigia di Dublino. In queste Summer Series ha anche vinto la partita dell’Irlanda contro l’Inghilterra, l’altro successo del torneo, con un calcio allo scadere.

Gatien Massé
Francia

L’ala numero 11 della Francia ha deciso con le sue qualità da finalizzatore l’incontro con la Georgia, che per i Bleuets sembrava mettersi in salita dopo il 10-0 di parziale degli avversari in avvio.

Il trequarti del Bordeaux, già 11 presenze in questa stagione con la prima squadra, ha marcato una doppietta nell’angolo destro, entrambe le volte resistendo con potenza e fisico ai placcaggi avversari. Proprio la combinazione di velocità, esplosività e fisico quadrato rendono questo giocatore classe 2002 interessante, basti pensare che viene dato a 93 chili di peso nonostante sia alto poco più di un metro e ottanta. Nel finale dell’incontro ha giocato da primo centro.

Beka Shvangiradze
Georgia

Il miglior giocatore di questa sorprendente nazionale giovanile georgiana è l’immenso terza centro classe 2002.

Manco a dirlo, si tratta di un profilo molto fisico, ma c’è di più: Shvangiradze è carismatico, un vero e proprio leader tecnico in campo, capace di abbinare alle cariche brutali anche mani raffinate. Contro la Francia ha guidato i suoi all’assalto, unico tra gli avanti a risultare efficace nel momento in cui la Georgia, forte di una prolungata superiorità numerica, ha tentato di riaprire invano l’incontro sul 30-17.

Nella stagione appena conclusa, ha vinto il campionato Espoirs in Francia con l’Aurillac, che ha battuto in finale 37-26 il Tolosa con un XV infarcito di giovani provenienti da movimenti rugbistici di Tier 2. Sentiremo certamente parlare di lui a livello seniores.

Ross Vintcent
Italia

Orfana del capitano Giacomo Ferrari, l’Italia ha saputo trovare in Ross Vintcent un più che degno sostituto.

Quanto il romano è un giocatore esuberante, che dà pane al pane con grande efficacia e fisicità, quanto il nativo di Johannesburg ha una eccezionale qualità atletica, con un fisico da decatleta e una accelerazione bruciante, oltre a una innata qualità di leadership carismatica in campo tramite l’esempio.

Le sue qualità si erano intraviste già lo scorso anno, e c’era stata sorpresa che nessun club di Top10 avesse voluto assicurarsi le prestazioni di questo terza linea che ha passato l’anno in una Accademia Nazionale spogliata della sua partecipazione alla Serie A. Vedremo quale sarà il suo destino nella prossima stagione dopo questa straordinaria stagione con la maglia degli Azzurrini, culminata in una finale per il terzo posto esemplare, dove ha saputo far fronte ad evidenti problemi fisici che lo hanno più volte costretto a rimanere a terra, restando comunque particolarmente efficace in ogni fase di gioco.

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Luca Rizzoli
Italia

Dopo pochi minuti dall’inizio dell’incontro con l’Inghilterra, Luca Rizzoli ha preso uno splendido angolo di corsa, fatto un break oltre la difesa e, mentre arrivava l’ultimo difensore, lo ha superato con un calcio a scavalcare che ha provveduto a rincorrere. Non ha recuperato il possesso, ma dopo essere finito a terra si è rialzato ed ha fatto immediatamente un placcaggio.

Un riassunto efficace di tutte le qualità del pilone sinistro azzurro, un giocatore dal sicuro futuro che l’anno prossimo integrerà la neonata Accademia delle Zebre, con serie possibilità di mettere piede in United Rugby Championship.

Ethan Grayson
Inghilterra

Il secondo figlio di Paul Grayson, campione del mondo nel 2003 con l’Inghilterra, è un giocatore di cui sentiremo parlare. Come suo fratello James, di quattro anni più grande ed ex stella a livello under 20, milita nei Northampton Saints, la squadra che fu anche del padre. Quest’anno ha mosso i primi passi in prima squadra disputando la Premiership Rugby Cup e qualche scampolo di partita in Premiership, oltre ad essere stato 10 volte in campo in Championship con il Bedford.

A differenza del padre e del fratello, numeri 10, Ethan si è stabilito in mezzo al campo grazie alle sue dimensioni fisiche e all’esplosività con la palla in mano, ma essendo cresciuto giocando anche come apertura ha letture interessanti, rendendolo un giocatore capace di minacciare doppiamente la difesa.

Nella finale per il terzo posto contro l’Italia, Grayson è stato una costante spina nel fianco per gli Azzurrini, evadendo molti placcaggi nella parte iniziale del match e venendo molto utilizzato dai compagni (6 passaggi, 5 cariche). Non è stato particolarmente brillante, invece, in fase difensiva, dove dovrà essere più puntuale per aspirare al livello superiore.

Mason Grady
Galles

La coppia di centri composta da Joe Hawkins e Mason Grady è la notizia migliore per il Galles under 20, arrivato un po’ inaspettatamente fino alla finale. Il secondo centro di scuola Cardiff ha 20 anni e ha già esordito a livello seniores e ha all’attivo 6 presenze tra la stagione scorsa e la precedente.

Un metro e novantasei per centotredici chili, potrebbe essere il diretto erede di George North, Alex Cuthberth, Josh Adams: cavalli normanni dalla grande cilindrata in grado di disimpegnarsi con medesima qualità nel ruolo di numero 13 o di ala.

Tutta la sua qualità è emersa al 45′, quando ha segnato la prima meta dell’incontro per il Galles nella finale con una straordinaria fuga in solitaria sulla destra che ha lasciato un paio di difensori sudafricani a mangiare la polvere.

Nico Steyn
Sudafrica

Il numero 9 dei Junior Boks ha giocato un minuto in United Rugby Championship quest’anno, ma insieme al mediano di apertura Sacha Mngomezulu, purtroppo prematuramente uscito dal campo, avrebbe potuto tranquillamente figurare alla grande in qualsiasi squadra della seconda metà della classifica.

Iperdinamico, tecnicamente sopraffino, con una grande visione di gioco. Ha dato spettacolo con il suo mancino dalla base della ruck, senza dimenticare di metterci tutto il fisico di cui è disposto: nonostante i suoi 78 chili, la sua esplosività gli consente di farsi sentire.

Un prospetto di sicuro futuro (classe 2002) già a partire dal prossimo anno con i Lions in URC.

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Ethan James
Sudafrica

Il secondo centro del Sudafrica compirà 20 anni solo a novembre. Gioca con Western Province, ha debuttato quest’anno in Currie Cup.

Dimensione fisiche molto contenute, 178 cm per 80 kg, è un giocatore intelligente per come riesce ad anticipare il gioco, ma soprattutto rapidissimo, con appoggi impressionanti, come ha dimostrato in occasione della meta individuale segnata nella finale contro il Galles.

La linea dei trequarti degli Springboks, messa in azione da un pack sempre avanzante e da una mediana di qualità, è composta solo da giocatori dai mezzi atletici sensazionali, estremamente educati tecnicamente, senza dare troppa importanza a stature e dimensioni. James è uno dei più divertenti di questo gruppo di spettacolari circensi.