Una poltrona per due

Lo stato dei due top team europei alla vigilia dell'autunno ovale

L’autunno di Francia e Irlanda che inizia sabato 5 novembre si preannuncia molto stuzzicante. Da una parte la squadra campione del Sei Nazioni, seconda nel ranking, dall’altra l’attuale numero 1 del Mondo.

E allora cerchiamo di capire qualcosa sulle prospettive delle due squadre migliori d’Europa alla vigilia del trittico di partite.

Intanto il programma. La Francia giocherà nell’ordine contro Australia, Sudafrica e Giappone, mentre l’Irlanda giocherà contro Sudafrica, Fiji e Australia. Un calendario tutto sommato simile, non proprio morbido, ma sarebbe stato impossibile pensare il contrario. L’autunno internazionale è questo: una sfida tra emisferi senza esclusione di colpi.

l’Irlanda, attuale n.1 del ranking, se la vedrà subito i campioni del mondo in carica. Un test che vuol dire tanto in ottica RWC. 

Il 2022 degli uomini di Farrell, ad eccezione della partita del Sei Nazioni con la Francia, è stato magnifico. Confrontarsi contro il mostro a tre teste sudafricano darà quelle indicazioni necessarie per capire se l’onda lunga delle performance irlandesi può durare ancora un anno. Il Sudafrica versione 2022 ha molti nodi da sciogliere. Tranne uno. Il pacchetto di mischia. Un blocco granitico di quasi 1000 kg che picchia duro sui fondamentali, cerca di sfiancare l’avversario e spesso lo domina fisicamente.

Proprio sul rendimento dei primi 8 uomini si concentrerà l’attenzione degli addetti ai lavori. Nell’unica sconfitta dell’anno, maturata appunto con la Francia durante il Sei Nazioni del febbraio scorso, si è palesato  qualche segno di cedimento proprio là davanti. Poi è arrivato il giugno ovale, il trittico di gare con gli All Blacks e l’entusiasmo è salito alle stelle. 

Oggi l’Irlanda riparte esattamente dai suoi punti forti. Dall’esperienza di un gruppo collaudato, dalla coesione delle franchigie, da un piano di gioco efficace perchè equilibrato tra attacco e difesa. 

 

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Poche le assenze rilevanti, anche se tutte di peso: Lowe, Aki, Kelleher.

Sul piano dei risultati può arrivare un 3 su 3. Occhio però alla creatività degli australiani e alla spigolosità dei fijani, due caratteristiche forse non sufficienti per batter la corazzata irlandese, ma tanto pericolose se si vuole preservare l’organico da infortuni.

Farrell dispone di una squadra consistente e può contare anche su un bel gruppetto di giovani pimpanti che si stanno affacciando al livello internazionale: Loughman, Prendergast, Coombes, Nash, Baloucoune, Frawley, O’Brien solo per dirne alcuni. Molti di loro andranno con la squadra A, altri troveranno posto con la maggiore. Ciò che diventa strategico sarà il minutaggio che si offrirà ai back up della mediana. 

Ecco una interessante formazione della squadra A:

 

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Gibson Park deve riprendere quota, Sexton è ancora il migliore e Carbery ha un bisogno impellente di giocare. Riuscirà il (non più tanto) giovane numero 10 del Munster a insidiare la titolarità dell’eterno Leinster man?  Questa è una delle domande che potrebbe trovare risposta a partire da domani.

Che cosa aspettarsi invece dalla Francia? Probabilmente non la stessa versione “cantiere aperto” che abbiamo visto in Giappone. Galthiè è sempre stato molto chiaro sulla necessità di lavorare con una rosa profonda. Gli spazi per i giocatori emergenti ci sono stati, ci saranno, ma non sembrano esserci caselle libere per i due test match più importanti con Australia e Sudafrica. Perlomeno non per esperimenti creativi come quelli operati in Giappone a giugno scorso. La batteria di seconde ‘leggere’ come Jolmes – Flament, la mediana bordolese Lucu – Jalibert oppure Sekou Macalou schierato temporaneamente all’ala.

Contro le big dell’Emisfero Sud ci si può ragionevolmente aspettare di vedere in campo l’argenteria migliore. 

La road map verso France 2023 è già tracciata da tempo e i 15 potenzialmente titolari saranno verosimilmente anche i protagonisti dei match più attesi. Questo per rispondere soprattutto a due esigenze: mantenere intatta la credibilità del gruppo vincitore del Sei Nazioni e rafforzare le leadership dei giocatori chiave nello scacchiere di Galthiè.

 

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I punti deboli della rosa sono davvero pochi. Basta prendere lo spot di estremo per capire quanta qualità c’è nel gruppo allargato dei Blues. Ramos sarà il titolare. Prima di lui ci sono stati Jaminet (infortunato) Dulin e Bouthier. Tutti possibili prime scelte, tutti grandi giocatori che a novembre quasi sicuramente non giocheranno un minuto in nazionale. Un’ assenza da segnalare, pesantissima c’è, quella di Paul Willemse. Il seconda linea di origine sudafricana è un punto fisso. Senza di lui il pack perde un chirurgo della rimessa laterale  e soprattuto un gigante del lavoro sporco. Non ci sarà anche un altro giocatore talismano come Gabin Villiere, ma possiamo tranquillamente affermare che gli altri trequarti ala coinvolti a novembre sono tutti altrettanto forti.

Ntamack riprenderà le chiavi della squadra senza aver giocato un minuto dalla fine della scorsa stagione, Baille torna titolare con l’Australia più meno nella stessa situazione del compagno di club. Nonostante ciò, dalle parti di Marcoussis traspare una legittima fiducia. 

Stiamo mettendo insieme un gruppo di 42 giocatori il cui obiettivo è quella di vincere le partite – ha commentato Galthiè a poche ore del primo test con l’Australia   Il senso della nostra missione è riunire, federare e condividere. Siamo spinti da questa stessa volontà. Tra i giocatori non c’è concorrenza, c’è emulazione.

E allora, seguendo il principio di emulazione citato dal coach occhialuto, i francesi possono copiare loro stessi e puntare al filotto di vittorie che significherebbe 100% di successi nell’arco di tutto il 2022. Un biglietto da visita invidiabile, anche di più del primo posto nel ranking.