Tradizione, agonismo e prestigio: il Varsity Match ai tempi del professionismo

Se c’è una cosa che rende il rugby uno sport unico è il suo legame con la storia. Solo la palla ovale è in grado di regalarci periodicamente eventi impareggiabili come il Lions Tour, le partite altamente spettacolari dei Barbarians e la sfida fra le due università più conosciute del mondo: Oxford e Cambridge.

L’Università di Oxford e quella di Cambridge, fondate rispettivamente nel 1096 e nel 1209, hanno dato inizio ad una lunga serie di tradizioni durante la loro storia, alcune delle quali sono vive ancora oggi. Si va dalla caccia all’anatra di Cambridge che si svolge una volta ogni 100 anni (la prossima nel 2101), fino al giuramento in latino per accedere al prestito dei volumi nella biblioteca secolare di Oxford. I due momenti più solenni però sono le sfide sportive, e, sia chiaro, non sono momenti di banale folklore.

Scriveva Curzio Malaparte nel 1933 a proposito del pubblico assiepato sulle rive del Tamigi: “Folla e folla, e bandiere, e coccarde, e nastri dai colori di Oxford e Cambridge, e trombette di carta, e cappelli di paglia nera dell’Esercito della Salute, ed elmi di feltro a cupola di  policeman giganteschi, rigidi e bonari, e un odor grasso di birra chiara e di birra scura, di ale e di stout, confuso col profumo di miele bruciato delle sigarette Player’s, e del tabacco conciato col rhum, delle pipe da marinaio.

La competizione è alla base di questa antica sinergia fra Università e Sport. Anzi, la competizione e la meritocrazia sono i due pilastri sui quali la società britannica ha costruito le basi del proprio passato politico, economico e culturale e sui quali si ispira quando si affronta sul rettangolo di gioco.

Il cosidetto Varsity Match che si gioca ogni anno dal 1872,  è in programma questa settimana giovedì 12 dicembre 2019. E’ la più famosa fra le rivalità sportive studentesche d’oltre Manica, ma rimane in buona compagnia visto che York e Lancaster, Newcastle e Dhuram, Southampton e Portsmouth condividono il gusto per la sfida che affonda le sue radici nella storia.

Il perché una sfida fra atenei sia così importante è presto detto. Fra i tanti record che si porta dietro è anche il secondo incontro di rugby più antico in assoluto, dopo il classico ed immortale Scozia-Inghilterra in cui gli scozzesi  danno la caccia al pavone inglese dal 1871. Quel gioco del rugby che nasce da un gesto rivoluzionario in un contesto scolastico, che è lo sport della buona borghesia inglese impegnata a mandare i propri figli negli istituti privati e poi negli atenei più importanti e costosi d’Inghilterra. In sostanza il duello fra Oxford e Cambridge materializza in senso fisico lo scontro fra equipaggi che ogni anno si verifica nelle acque del Tamigi, dove i canottieri di Oxbridge danno vita ad una gara leggendaria da ben 165 anni.

Lo stadio di Twickenham invece è il teatro in erba e cemento che ospita 92 fra giocatori e giocatrici regolarmente iscritti alle due università del Regno Unito. Dunque una partita fra studenti dilettanti che portano il livello tecnico e agonistico molto vicino a quello del professionismo, anche perché negli anni sono stati molti i giocatori famosi, sia inglesi che stranieri, ad aver indossato il blue profondo di Oxford e il biancoceleste di Cambridge. Rob Andrew, Jamie Roberts, Gavin Hastings, Phil Vickerman nelle fila di Cambridge; David Humphreys, Nick Mallett, Simon Dianelli e Anton Oliver nelle fila di Oxford, solo per citare i primi che saltano in mente. Non ultimi in ordine cronologico James Horwill e Flip Van Der Merwe che dopo una carriera fra Wallabies e Springboks oggi a 34 anni sono compagni di classe nel corso in business EMBA dell’Università di Cambridge e giovedì saranno regolarmente in campo a fare coppia in seconda linea.

Nel  biennio 2000/2001 ha trovato spazio fra i XV titolari anche un pezzetto di Italia. Il trequarti genovese Marco Rivaro (4 caps con l’Italia)  fu schierato a centro per la sfida n.119 e 120, risultando poi migliore in campo nella seconda partita da lui giocata.

Una toccata e fuga tricolore di cui andare molto fieri, visto che il terreno di scontro fra Oxford e Cambridge non è un luogo in cui gli italiani recitano abitualmente la parte dei protagonisti.

Con o senza italiani l’attesa sta per terminare. Tre mesi di duro lavoro a ranghi compatti in cui le squadre si formano, si modellano e si conoscono e si isolano dal mondo. Tutto per arrivare alla sfida di Twickenham con un hype di adrenalina che sale alta come in un crescendo rossiniano.

Nel 2018 l’Università di Oxford ha prevalso nel maschile e quella di Cambridge nel femminile. La partita più longeva è quella maschile che conta 137 duelli, con 63 vittorie di Cambridge, 14 pareggi e 60 vittorie di Oxford. Il match femminile invece è stato introdotto solo nel 1988 e vede prevalere Oxford con 16 vittorie contro le 13 di Cambridge.

Su il sipario e giù il cappello. A forma di bombetta e in feltro di crine antipioggia ovviamente.