Il borsino del Sei Nazioni

Primo week end di rugby europeo. Primi pagellini. Primi complimenti ai ragazzi della nazionale under 20 e alle ragazze della nazionale femminile che hanno battuto il Galles. In questo primo borsino loro sono sopra tutti.

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Tutti pazzi per Galthiè (e Shaun Edwards) La vittoria della Francia ha fatto rumore. Impossibile giudicare l’operato di uno staff tecnico dopo così poco tempo. Questa è una doverosa premessa. Va anche detto che i francesi hanno messo nello sgabuzzino gli atteggiamenti da prime donne, e anzi, si sono dimostrati agonisticamente cattivi soprattutto in difesa. Per una nazionale e una nazione che trabocca di talento serviva un pool di condottieri di rango. Li hanno trovati.

97/98. Sono gli anni di nascita di Zilocchi, Riccioni, Fischetti e Cannone. A loro i quasi 70 mila spettatori del Principality non hanno fatto alcun effetto. Perchè questi ragazzi hanno la stoffa, gli attributi e la voglia di affermarsi. Nel grigiore di un 42 a 0, questo è il raggio di luce che ci spinge ad andare avanti.

Gregory Alldritt. Eddie ha detto che non eravamo in grado di gestire la brutalità degli inglesi. Ma quando sei un vincente, uno a cui piace la competizione, hai solo voglia di dimostrargli che sei perfettamente in grado di gestirla.” Alldritt contro l’Inghilterra ha contrastato 25 ruck, rallentando significativamente il pallone 16 volte. Brutalizzatelo voi se ci riuscite.

Johnny Sexton. Simpatico non è. Ancora una volta ha fatto una scenata inutile dopo un placcaggio tutto sommato normale subito da Hamish Watson. Però è innegabile che questa nuova e anche un po’ balbettante Irlanda sia Sexton dipendente. E alla fine Johnny 19 – Scozia 12.

Tompkins & North. Due scommesse fatte, due scommesse vinte. Il primo è stato tirato dentro il gruppo  gallese all’ultimo tuffo e ha dimostrato che vale ( e vuole) la maglia dei dragoni. Il secondo andava testato a secondo centro e…si, è forte anche lì. L’Italia non era un banco di prova attendibile. Curiosi di vedere il Galles al secondo e cruciale turno del Sei Nazioni.

Flop

Eddie Jones. Stavolta il guru australiano torna da Parigi con la coda fra le gambe. La strategia della tensione con la Francia non ha funzionato manco per niente, anzi, ha aizzato i blues a sfidare l’Inghilterra proprio sulla fisicità. Battuti nettamente sia sul piano attitudinale che su quello tattico. Sarà il caso di riserrare le fila per la Calcutta Cup o dalle parti di Londra saranno dolori.

Stuart Hogg. Schiaccia quella caxxo di palla!!

Conor Murray. La ragione per cui è stato messo in campo appare semplice e condivisibile. Non esce mai dal game plan, utilizza il box kick con grande efficacia e forma una coppia collaudatissima con Sexton. I plus però finiscono qui. Conor da Limerick infatti si è trasformato in un bradipo. E Cooney dietro le spalle scalpita…

Sarto, Minozzi, Bellini. Da loro ci aspettiamo di più. Inutile nascondere che alcuni grossi errori in difesa e una certa leggerezza con la palla in mano non gli facciano onore. Ci sarà da rialzare la china velocemente perchè domenica a Parigi ci attendono col coltello fra i denti. Anzi col pallone fra le mani, che è anche peggio.