Il borsino del week end

La consueta giostra dei Top e dei Flop del rugby Nazional – Mondiale. Ecco chi ci ha entusiasmato e chi ci ha deluso la scorsa settimana.

⬆TOP⬆

Centurioni:  Applausi e stima per Cian Healey, Ben Youngs e Alun Wyn Jones che nel week end hanno tagliato l’importante traguardo personale dei 100 caps, mentre per il capitano del Galles è arrivato il record assoluto di 149 presenze internazionali. In un rugby ad usura rapida, la loro presenza sulla scena dello sport professionistico, merita un grande tributo.

Eddie Jones e la sua ciurma: tre Sei Nazioni vinti in cinque anni. L’Inghilterra domina in Europa e lancia nuovi talenti. In questo 2020 segnato dalla pandemia è già molto.

Scozia al Sei Nazioni: gli highlanders portano a casa un bottino di tre vittorie e due sconfitte con bonus. Dopo la disastrosa RWC 2019 era necessaria una scossa e la scossa è arrivata.

Quarta meta in rolling maul degli scozzesi nelle ultime due partite.

Mo’unga & Steyn, il nuovo che avanza, Il vecchio che ritorna. Durante il match n.3 fra Australia e All Blacks abbiamo assistito alla super prestazione dell’apertura dei Crusaders. Ora come non mai va considerata come una pedina insostituibile per gli equilibri di Ian Foster. In Sudafrica invece l’inossidabile Mornè Steyn, con 37 primavere alle spalle, sta guidando i Blue Bulls al vertice del Super Rugby Unlocked. E c’è già chi parla di lui come mediano di apertura in lizza per un posto fra gli Springboks.

French flair: ciò che piace di più della Francia di Galthiè non è tanto la rinnovata competitività, quanto il feeling disinvolto a giocare secondo l’istinto dei suoi giocatori. Non sono la squadra più strutturata del mondo, ma hanno un tasso di talento che gli consente di poter vincere contro chiunque. Higlights Francia vs Irlanda

⬇FLOP⬇

Wallabies pollice in giù: pronti via, e l’Australia si riscopre gagliarda nel match n.1 di Bledisloe Cup. Poi un po’ peggio in gara 2 e infine la disfatta in gara 3. Rennie è un coach molto capace e ha tutti gli strumenti per guarire il paziente Australia, ma ad oggi il parziale con gli All Blacks recita un mesto 0 – 3.

Galles penultimo: la noia mortale del match di Llanelli segna una brutta discontinuità rispetto ad un 2019 leggendario. Pivac ha in mano una squadra in piena costruzione, solo che contro la Scozia si è visto un Galles davvero troppo anonimo per essere vero.

Irish Lads: Sexton è uscito dal campo a 11 minuti dalla fine del match con la Francia. Non sembrava affatto contento perché da campione quale è, possiede un’ indole vincente. Purtroppo però gli anni passano e i grandi “vecchi” del rugby irlandese, seppur caparbi, iniziano evidentemente a perdere qualche colpo. Nel gioco e negli atteggiamenti.

Porte chiuse: sappiamo bene che non ci sono alternative. Solo che il rugby senza pubblico, peraltro con i rumori artificiali in sottofondo, è un qualcosa di orrendo.